Rose Root Miller Plus 3 nel test a lungo termine

Per molto tempo, per quanto riguarda i miei strumenti di lavoro, sono stato un grande fan del minimalismo e delle bici bio; perché essere leggeri e senza limiti di autonomia significa avere la massima flessibilità. E mentre ciò è ancora vero per il mio equipaggiamento fotografico, l'aumento dell'autonomia delle batterie, l'infrastruttura di ricarica e in generale le prestazioni sempre migliori delle e-bike hanno fatto sì che, durante i servizi fotografici e persino i nostri report regionali, mi trovi sempre più spesso a optare per una E-MTB.
Il Rose Root Miller Plus è stato il mio "compagno di marachelle" nella scorsa stagione, divertente e strumento di lavoro allo stesso tempo - e allo stesso tempo così pragmatico e accessibile, come ci si aspetterebbe da un buon attrezzo. Ma più su questo dopo i fatti tecnici.

Il colore verde opaco e brillante mi piace sulla mia Backroad come il primo giorno, e sta anche molto bene al telaio in carbonio del Root Miller Plus.
I cavi sono ordinatamente sistemati e passano attraverso il cannotto di sterzo nel telaio, come si costruisce in modo moderno. Non è così progressiva la geometria, che invece di seguire la tendenza a "più lungo e più piatto", si presenta piuttosto buona e conservativa - il che però non ostacola un buon comportamento di guida versatile. Effetto collaterale piacevole: con alcune moderne E-MTB devo ormai smontare la ruota anteriore per farle entrare nel VW-Transporter; non è così per la Rose.

Mentre l'autonomia della batteria in lunghe giornate fotografiche sulla Biobike non è un problema, il peso dell'equipaggiamento rimane sempre un fattore essenziale in termini di prestazioni. Un E-MTB ha sì un'autonomia limitata dalla batteria, ma questo permette di riempire lo zaino fotografico senza riserve. Così, un secondo, un terzo obiettivo, un paio di batterie di riserva, un drone, una protezione impermeabile e abbigliamento caldo di scorta non sono affatto un problema - la Rose se la caverà nel trasporto! Se poi la batteria dovesse effettivamente raggiungere i suoi limiti, con il motore Bosch si hanno le migliori possibilità di incappare in un cavo di ricarica libero e compatibile durante il percorso.

Il secondo grande vantaggio per me come fotografo è che si può non solo tenere il passo con fotografi veloci come NoBrain, Lukas S. o Gabriel W., ma si può anche superarli in modo ripetitivo, fotografare, sorpassare, fotografare, sorpassare di nuovo, fotografare, ... .

Il Bosch CX spinge, come ci si aspetta da Bosch, sempre con forza. Anche se il motore nel modo eMTB modula abbastanza bene a seconda della propria prestazione, non guasta avere un dito sulla freno posteriore quando si è su terreni ripidi.
Che la bici tenda occasionalmente a impennarsi su terreni molto ripidi è però ovviamente anche dovuto alla mia posizione di seduta compatta e relativamente eretta con una taglia M (180 cm). A seconda delle preferenze personali, si può considerare anche una taglia di telaio più grande. Io preferisco qualcosa di più compatto e leggero, con lo zaino pesante della fotocamera sulle spalle sono comunque grato per ogni grammo che non devo sollevare in modalità spinta su qualche roccia.

Il rumore in salita è ormai perfettamente accettabile, non paragonabile alla versione precedente o ad altri motori stridenti. Le gomme offrono una presa solida.

Scrivere dell'autonomia della batteria è poco sensato in base all'esperienza, poiché dipende estremamente dal peso totale, dal livello di potenza, dalla temperatura esterna, dai metri di dislivello e molto altro.
625 Wh sono quello che sono e nel mio caso sono sufficienti per quasi 1.000 metri di dislivello e 27 km in condizioni estreme (-6°C, modalità Turbo) o, nell'ideale, per quasi 2.000 m di dislivello (modalità Eco e Tour con molto sforzo personale). Da qualche parte nel mezzo si troveranno la maggior parte delle persone nella mia classe di peso (74 kg).

Mi piacciono le bici gestibili. Credo di aver scritto qualcosa di simile quando ho preso la mia decisione per la Mondraker Foxy, dove tra due taglie ho scelto anche la più piccola (M). La forma più compatta mi dà, insieme al mio zaino, la sensazione di avere più spazio per muovermi in discesa.
Questo va un po' a discapito della stabilità e delle prestazioni ad alta velocità, ma mi offre un po' più di libertà nei percorsi tortuosi e sui terreni ripidi... soprattutto quando si ha il peso aggiuntivo di una E-bike sotto il sedere.

Così il Rose in discesa è un E-bike vivace e reattivo, e anche l'ammortizzatore Rock Shox fornisce un buon feedback dal terreno. Nonostante ciò, offre soprattutto pensando al possibile gruppo target di ciclisti quotidiani e versatili, ampie riserve in ogni situazione della vita.
Così, sui miei sentieri di casa, ma anche su alcune discese tecniche o nei punti critici di Anninger, non ho avuto difficoltà, forse anche grazie alla mia velocità moderata.

Il Rose ha tenuto quello che mi ero promesso per l'ultima stagione. Il Root Miller Plus potrebbe non offrire la geometria più progressiva o l'aspetto più innovativo, non i dettagli tecnici più sofisticati o le funzioni frivole; ma la base della bicicletta è solida. Il telaio, la lavorazione, il passaggio dei cavi, la batteria rimovibile, i componenti installati insieme a un buon mix di tecnologia Shimano e Bosch collaudata, ruote robuste e sospensioni RockShox rendono il Rose un ottimo tuttofare.
Così la bicicletta è stata per me un compagno affidabile su molti servizi fotografici e durante l'una o l'altra escursione più lunga, dove, grazie a Bosch, non si deve mai cercare a lungo un'opportunità di ricarica.

Con l'allestimento Mullet (ruote da 29” davanti, 27,5” dietro) e la dimensione compatta M, il Root Miller Plus pesa meno di 23 kg e per la mia sensazione è anche piuttosto reattivo e agile sul sentiero.
Certo, alcuni parametri lasciano spazio all'ottimizzazione qua e là, ma il pacchetto complessivo era convincente e proprio quello che mi ero immaginato, pragmatico come sono, per uno strumento di lavoro affidabile.